Una delle escursioni più belle da fare tra le Dolomiti della Val di Fassa è quella che conduce alle Torri del Vajolet passando per i rifugi Gardeccia, Preuss, Vajolet e Re Alberto I.
Si tratta di un’escursione a difficoltà crescente e che può essere modulata sulla base delle vostre capacità, ma che in ogni caso permette di ammirare da vicino il maestoso Gruppo del Catinaccio-Rosengarten.
Dati tecnici del trekking alle Torri del Vajolet
- Punto di partenza: Rifugio Ciampedie
- Punto di arrivo: Rifugio Re Alberto I
- Dislivello: circa 700 metri
- Altezza massima: 2.621metri di quota
- Durata: i segnavia indicano 2 ore e 10 minuti per raggiungere il Rifugio Re Alberto I, ma calcolate 2 ore e mezza/3 ore comprese soste fotografiche e soste per riprendere fiato
- Difficoltà: T – Turisti fino al Rifugio Gardeccia, E – Escursionisti fino ai Rifugi Vajolet e Preuss, EE -Escursionisti Esperti per l’ultimo tratto di salita al Rifugio Re Alberto I
Dal Ciampedie al Rifugio Gardeccia
Il trekking per le Torri del Vajolet parte dal Rifugio Ciampedie che può essere raggiunto in due modi:
- con la funivia Catinaccio da Vigo di Fassa
- con le seggiovie Vajolet 1+Vajolet 2+Ciampedie/Pra Martin da Pera di Fassa
Visto il costo praticamente identico (19€ a/r), noi per comodità abbiamo preso la funivia Catinaccio da Vigo di Fassa che in pochi minuti conduce fino al Ciampedie e poi da lì abbiamo proseguito a piedi per circa 40 minuti lungo il sentiero 540.
Questo primo tratto dell’escursione è piuttosto tranquillo e pianeggiante, anzi quasi in leggerissima discesa, motivo per cui si incontreranno anche tantissime famiglie con bambini che di solito si fermano appunto al Rifugio Gardeccia, a 1.950 metri di quota.
In alternativa il Rifugio Gardeccia può essere raggiunto sempre da Pera di Fassa con la seggiovia Pian Pecei 2 Tronchi (Vajolet 1+ Vajolet 2) a cui si aggiungono circa 30 minuti a piedi per il sentiero nel bosco.
Trovate i prezzi aggiornati di funivie e seggiovie sul sito ufficiale delle Funivie del Catinaccio-Rosengarten.
Dal Rifugio Gardeccia al Rifugio Vajolet e Rifugio Preuss
Dalla conca del Gardeccia parte l’ampio e ben segnalato sentiero 546 che, in costante salita, conduce in circa un’ora ai piedi del Catinaccio facendo una bella selezione naturale delle persone che vi si incamminano (ma non delle mountain bike elettriche che, ahimè, sono comparse anche qui).
In particolare l’ultimo pezzo della salita che porta al Rifugio Vajolet e al piccolo Rifugio Preuss è parecchio tosta, anche per via del fondo ghiaioso (attenzione alle culate in discesa), ma la vista continua dei rifugi aiuta a non mollare.
Si arriva così nel cuore del Catinaccio, a 2.243 metri di altezza: inutile dire che il panorama è spettacolare ovunque si giri lo sguardo.
Salita al Rifugio Re Alberto I
Non siamo però arrivati alla nostra meta finale: rimane da fare ancora l’ultimo tratto, sicuramente quello più impegnativo.
Così, dopo una breve sosta e aver recuperato i timbri dei rifugi sul passaporto, ci rimettiamo in cammino.
Superato il Rifugio Vajolet, imbocchiamo a sinistra il sentiero 542 che sale lungo la conca compresa fra la Punta Emma e la Torre Est e che è classificato come EE – Escursionisti Esperti per la presenza di tratti attrezzati con cordini metallici nei punti più impegnativi.
Che dire? Sicuramente non è un sentiero che consiglierei a chi soffre di vertigini, soprattutto perché la discesa avviene per la stessa via della salita.
E’ anche vero che, a mio parere, si tratta di uno di quei sentieri che fanno più impressione a guardarli dal basso che una volta sopra, ma è bene conoscere i propri limiti: noi abbiamo visto diverse persone in palese difficoltà, anche su passaggi piuttosto semplici, ma allo stesso tempo bambini che salivano come stambecchi perché abituati a camminare in montagna.
Considerate comunque circa un’ora di “arrampicata” tra rocce e roccette per arrivare alla conca del Gartl dove sorge il Rifugio Re Alberto I, a 2.621 metri di altezza.
Qui siamo letteralmente ai piedi delle Torri del Vajolet: un capolavoro della natura che incanta e commuove allo steso tempo.
Se non siete troppo stanchi, o se – come nel nostro caso – non incombono nuvole minacciose di pioggia, potete fare un ultimo sforzo e salire in circa mezz’ora al Rifugio Passo Santner per ammirare il Rifugio Re Alberto I dall’alto e avere un’altra bellissima visuale sulle Torri.
Il ritorno avviene a ritroso lungo lo stesso percorso dell’andata, non prima comunque di aver gustato una Kaiserschmarrn al Rifugio!
Variante: Rifugio Re Alberto I dal Rifugio Fronza alle Coronelle
Il Rifugio Re Alberto I può essere raggiunto anche partendo dal Rifugio Fronza alle Coronelle, dal lato altoatesino.
Dal Rifugio Fronza alle Coronelle ci sono due possibilità:
- salire al Passo delle Coronelle seguendo il sentiero 550, scollinare lungo il ghiaione e imboccare la deviazione per il sentiero 541 verso il Rifugio Vajolet dove poi si segue il sentiero 542 fino al Rifugio Re Alberto I
- percorrere la via ferrata del Passo Santner per raggiungere l’omonimo passo da cui poi si scende velocemente al Rifugio Re Alberto I.
Sei alla ricerca di qualche altra idea? Dai un’occhiata qui:
2 comments
Grazie per L’accurata descrizione. Soffro un po di vertigini, sono quindi in dubbio per la salita dal Vajolet al re Alberto. Se può servire un termine di paragone la passeggiata a salire e scendere al Monte Barriera (se la conosci) non mi da problemi. Secondo te la salita dolomitica è tanto più “vertiginosa”?
Grazie mille!
Ciao Alessandro, non conosco il percorso a cui ti riferisci tu: considera comunque che nella salita al Re Alberto non ci sono passaggi con il vuoto sotto i piedi per intenderci e nei tratti più difficoltosi ci sono i cordini metallici che facilitano il passaggio,
Più che la salita forse il fastidio per chi soffre di vertigini può derivare dalla discesa, ma è un fattore molto soggettivo.
Il consiglio che ti posso dare è di valutare come ti sembra il sentiero una volta arrivato lì, magari facendo il primo pezzo: nel caso non te la sentissi di proseguire, essere arrivato anche solo al Rifugio Vajolet ne sarà valsa la pena!