Tra le cascate più famose della Lombardia ci sono sicuramente le Cascate dell’Acquafraggia.
Siamo in Valchiavenna, precisamente a Borgonuovo di Piuro, a poca distanza dal confine con la Svizzera.
Sebbene le Cascate dell’Acquafraggia siano facilmente ammirabili in tutta la loro maestosità anche dalla strada, è possibile percorrere un bellissimo giro ad anello lungo la mulattiera e il sentiero panoramico delle cascate passando per il borgo di Savogno.
Dati tecnici trekking Cascate dell’Acquafraggia
- Punto di partenza: parcheggio Cascate dell’Acquafraggia
- Punto di arrivo: giro ad anello passando da Savogno
- Punto più alto: Savogno, 932 metri s.l.m.
- Dislivello: 550 m
- Durata: circa 1 ora e 30 minuti per arrivare a Savogno, 3 ore per il giro ad anello
- Difficoltà: T-Turistica lungo la mulattiera, E-Escursionistica nel tratto del sentiero panoramico
Cascate dell’Acquafraggia in Valchiavenna
Due cascate gemelle che già nel nome – dal latino “aqua fracta” ovvero interrotta – richiamano un susseguirsi di salti d’acqua creati dalla roccia.
Il più spettacolare è il salto finale, che con i suoi 170 metri di altezza impressionò anche Leonardo da Vinci tanto da menzionare le Cascate dell’Acquafraggia nel suo Codice Atlantico:
Su per detto fiume (la Mera) si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere….
Oltre ad ammirare le Cascate dell’Acquafraggia dal basso, è possibile intraprendere diversi percorsi che permettono sia di ammirarle da vicino sia di immergersi nel bellissimo castagneto che le circonda, spingendosi fino al borgo di Savogno.
Il punto di attacco dei sentieri si raggiunge percorrendo la strada che sale oltre il Bar Mood fino ad arrivare al piccolo borgo di Sarlone.
In prossimità delle prime case troviamo infatti i segnavia che indicano:
- a sinistra il sentiero panoramico delle cascate
- a destra il sentiero per Savogno lungo l’antica mulattiera (attenzione perché c’è l’indicazione “Per sentiero panoramico” anche in questa direzione, ma se volete avvicinarvi subito alle cascate dovete andare a sinistra).
Noi abbiamo effettuato un giro ad anello percorrendo all’andata la mulattiera fino a Savogno, mentre al ritorno siamo ridiscesi lungo il sentiero panoramico: in questo modo siamo andati “contromano” e sul sentiero eravamo praticamente da soli.
Da Piuro a Savogno lungo l’antica mulattiera
Per raggiungere Savogno bisogna affrontare i 2.886 gradini dell’antica mulattiera.
Avete letto bene: duemila-ottocento-ottanta-sei gradini che si inoltrano, in salita costante, in un fitto bosco di castagni.
Questa mulattiera, costruita a mano dall’uomo sasso dopo sasso, gradino dopo gradino, è l’unica strada che collega ancora oggi il borgo di Savogno con Piuro.
Il borgo di Savogno
Dopo circa 1 ora e mezza di cammino si arriva a Savogno, un balcone panoramico sulla Valchiavenna a quasi mille metri di altezza.
Proprio per il fatto di non essere mai stato toccato da strade moderne, il tempo a Savogno sembra essersi fermato, con le case in pietra adornate dai caratteristici loggiati in legno e gli stretti vicoli che si schiudono attorno alla piccola chiesa dedicata a San Bartolomeo.
Sul sagrato un busto ricorda Don Luigi Guanella che qui iniziò la sua opera sacerdotale e scriveva a proposito di Savogno:
Savogno è villaggio umilissimo che si aggrappa agli scogli del monte, entro una valle ripida che guida al vertice del Monte Stella, il più alto culmine in Italia dopo il Monte Rosa.
Noi ci siamo fermati per un ottimo pranzo al Rifugio Savogno, dove abbiamo assaggiato i tipici gnocchetti alla chiavennasca ovvero la variante locale dei pizzoccheri.
Sentiero panoramico delle Cascate dell’Acquafraggia
Per chiudere l’anello delle Cascate dell’Acquafraggia occorre tornare indietro un pezzettino lungo la mulattiera fino ad incontrare sulla destra la deviazione per Crana/Chiavenna.
Seguendo il sentiero in discesa si raggiungono le prime pozze d’acqua create dal torrente Acquafraggia.
Attraverso ponti in legno e corda, scalini ricavati nella roccia e scalette in ferro si arriva poi ai belvedere affacciati direttamente sulle cascate, da cui si ammira anche un bellissimo panorama sulla vallata.
Rispetto alla mulattiera, si tratta sicuramente di un sentiero più avventuroso ma comunque in sicurezza (sono presenti anche dei corrimani nei tratti più impervi) ed è fattibile anche con bambini abituati a camminare in montagna.
Cascate dell’Acquafraggia: come arrivare e dove parcheggiare
Il modo più semplice e veloce per arrivare alle Cascate dell’Acquafraggia è percorrendo la Strada Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (SS36) fino a raggiungere Chiavenna.
L’alternativa, più lenta e panoramica, è percorrere la Strada Regina (SS340) costeggiando il Lago di Como fino a Colico, prima di immettersi per l’ultimo tratto sempre sulla SS36.
Arrivati a Chiavenna si seguono le indicazioni per Borgonovo di Piuro fino a vedere le Cascate dell’Acquafraggia alla vostra sinistra: impossibile mancarle!
Vicino alle Cascate dell’Acquafraggia sono presenti dei parcheggi sia a pagamento sia liberi ma con disco orario di 1 ora: il mio consiglio è di parcheggiare nei parcheggi gratuiti che ci sono nella piccola frazione di Prosto, in prossimità della chiesa.
Le Cascate dell’Acquafraggia si raggiungono in circa 15 minuti a piedi percorrendo la strada ciclo-pedonale.
Ticket Cascate dell’Acquafraggia
A partire dall’estate 2021, l’accesso all’area delle Cascate dell’Acquafraggia è soggetto al pagamento di un ticket di 3€ nei seguenti giorni:
- 1 giugno – 31 luglio: festivi e prefestivi 8.30-18.30
- Agosto: tutti i giorni 8.30-18.30
- 1-15 settembre: festivi e prefestivi 8.30-18.30.
Sempre gratuito per residenti in Valchiavenna, disabili, anziani al di sopra dei 75 anni e bambini sotto i 5 anni.
Cascate dell’Acquafraggia: dove mangiare
Come vi dicevo sopra, noi abbiamo approfittato dell’ottima cucina del Rifugio Savogno (nel weekend meglio prenotare).
Se però vi “limitate” a guardare le Cascate dell’Acquafraggia dal basso e cercate un posto dove mangiare in Valchiavenna vi consiglio di provare la cucina dei crotti.
I crotti della Valchiavenna
Cosa sono i crotti?
Si tratta di vere e proprie cantine naturali che si sono formate sotto i massi di antiche frane: la temperatura costante, grazie alla presenza di una sorgente d’aria sotterranea, rende l’ambiente ideale per l’invecchiamento del vino e la stagionatura dei salumi e dei formaggi.
Tra i crotti più – meritatamente – famosi c’è il Crotto Quartino, ambasciatore per eccellenza dei pizzoccheri bianchi della Valchiavenna, ma non solo.
Qui potrete assaggiare anche gli sciatt furmentùn – frittelline di grano saraceno ripiene di formaggio – accompagnati dalla brisaola chiavennasca (non è un refuso: qui si chiama brisaola con la I), le famose costine di maiale del Crotto Quartino con la polenta taragna e per concludere gli immancabili biscotin de Prost.
Vi lascio qualche foto per farvi ingolosire!
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