Il Ghiacciaio del Ventina è una perla bianca incastonata nell’Alpe Ventina da cui prende il nome.
Siamo in Valmalenco, circondati dai profili imponenti della Punta Kennedy, del Monte Disgrazia e del Pizzo Cassandra che superano i tremila metri di altezza.
Ritrovarsi di fronte ad un ghiacciaio è sempre un’emozione unica, soprattutto perché ci si rende conto di quanto questi giganti di ghiaccio siano delle creature “vive”, che respirano e si muovono.
E proprio perché sono vive, possono morire…
Il Ghiacciaio del Ventina: un ghiacciaio destinato a scomparire?
La prima rilevazione ufficiale del Ghiacciaio del Ventina risale al 1815 e si deve a Luigi Marson, professore al Regio Istituto Tecnico di Sondrio e membro della Società Geografica Italiana.
In quegli anni la fronte del Ghiacciaio si collocava dove oggi inizia la vallata morenica, ma è nel corso del XX secolo che il Ghiacciaio inizia ad evidenziare un ritiro sempre più progressivo intervallato solo da qualche anno di stazionamento.
L’unico piccolo avanzamento, circa 100 metri, si è registrato tra gli anni ‘70 e ’80, ma il Ghiacciaio ha poi ripreso inesorabile il suo ritiro.
Per darvi un’idea dal 1990 ad oggi la fronte del ghiacciaio si è ritirata di oltre 600 metri, di cui la metà negli ultimi sette anni a causa del surriscaldamento globale.
Come raggiungere il Ghiacciaio del Ventina
Da Chiareggio all’Alpe Ventina
Il punto di partenza per il trekking al Ghiacciaio del Ventina è l’abitato di Chiareggio, in alta Valmalenco, a circa 30km da Sondrio.
A Chiareggio troverete dei parcheggi su strada all’inizio del paese (a pagamento, 80 centesimi/h) e un ampio parcheggio gratuito su sterrato in fondo al paese.
Da qui (o dal centro del paese se parcheggiate all’inizio) troverete le indicazioni per il sentiero 323-305 che in poco meno di un’ora vi porterà all’Alpe Ventina dove si trovano i Rifugi Gerli-Porro e Ventina, situati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro.
Il sentiero è classificato come T-Turistico ed è alla portata di tutti: in leggera salita, si sviluppa interamente in un profumatissimo bosco di abeti e larici.
Solo verso la fine, quando si inizia ad intravedere il caratteristico tetto rosso del Rifugio Gerli-Porro, la mulattiera diventa un po’ più impervia e sassosa ma ormai siamo arrivati a destinazione.
In alternativa a questo sentiero è possibile arrivare all’Alpe Ventina passando per l’Alpe Forbesina, seguendo il sentiero 301-305 decisamente più impervio.
Il Sentiero Glaciologico Vittorio Sella
Per raggiungere il Ghiacciaio del Ventina bisogna seguire il Sentiero Glaciologico dedicato a Vittorio Sella, pioniere della fotografia di montagna, realizzato nel 1992 per iniziativa del Servizio Glaciologico Lombardo.
Il sentiero è ben segnalato: troviamo sia simboli rosso-bianco-rossi che alcuni simboli blu in prossimità dei quali si trovano alcune targhe che segnalano il progressivo arretramento del Ghiacciaio.
Il percorso inizia una volta superato il Rifugio Ventina: oltrepassata una grossa frana, si prosegue risalendo lungo la vallata morenica che alterna tratti pianeggianti a tratti in salita.
L’ultimo strappo è quello più impegnativo per via del fondo pietroso, ma a questo punto si è praticamente arrivati alla fronte del Ghiacciaio.
Il Sentiero Glaciologico (livello di difficoltà E – Escursionistico) era stato pensato inizialmente come un giro ad anello, ma proprio a causa del riscaldamento globale attraversare il Ghiacciaio per portarsi dall’altro lato del torrente è diventato pericoloso, per cui si ritorna indietro dallo stesso percorso fatto all’andata.
Per arrivare alla fronte del Ghiacciaio e tornare indietro al Rifugio Ventina calcolate circa due orette: il premio finale poi non potrà che essere un bel piatto di pizzoccheri da mangiare in uno dei due rifugi!
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