Perché andare sulle tracce del Muro di Berlino?
Perché rivangare il passato e per di più un passato tanto scomodo?
Principalmente perché Berlino non è come le altre capitali europee.
Berlino è impegnativa. Berlino richiede uno sforzo in più per essere capita.
Per cercare di capire la sua storia, ma anche la storia di tutti noi.
Sulle tracce del Muro di Berlino
E’ tutto un cantiere Berlino.
Il Mitte è letteralmente invaso da gru per i tanti nuovi edifici che si stanno costruendo.
Camminando per le sue strade si respira proprio voglia di futuro. Ed è bellissimo.
Ma le tracce di un passato neanche troppo lontano rimangono lì, davanti agli occhi di tutti: per ricordarci ancora oggi – o forse soprattutto oggi – che costruire un muro non è mai la soluzione giusta.
Il Muro di Berlino in numeri
Tutto è cominciato nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 con del filo spinato a segnare il confine tra la parte occidentale della città di Berlino, appartenente alla Repubblica Federale Tedesca, e la parte orientale sotto giurisdizione della Repubblica Democratica.
Dal filo spinato al muro il passo è stato breve.
Lo scopo dichiarato dalla Germania Est della barriera di protezione antifascista – così veniva definito il muro – era quello di evitare un’aggressione, ma in realtà si voleva tamponare l’esodo massiccio di persone che da Berlino Est fuggivano verso la Repubblica Federale.
Questi i numeri per darvi un’idea:
- 155 km di lunghezza
- 3,6 metri di altezza per 1,5 metri di larghezza
- 302 torrette di guardia
- 5000 tentativi di fuga coronati da successo
- tra le 192 e le 239 persone uccise dalle guardie mentre tentavano di raggiungere Berlino Ovest
Numeri che fanno venire i brividi ancora adesso.
Dove vedere i resti del Muro di Berlino
Cosa è rimasto oggi di tutto questo? Scopriamolo insieme.
Potsdamer Platz
La piazza simbolo della rinascita di Berlino.
Devastata dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, negli anni della divisione era diventata terra di nessuno: una landa desolata divisa in due proprio dal Muro.
A partire dagli anni Novanta è stata coinvolta in un grandioso progetto di riqualificazione che mirava a riportare Potsdamer Platz al centro della vita berlinese, come negli anni d’oro del periodo prebellico.
Proprio lì, tra l’avveniristico Sony Center con la sua bellissima cupola di vetro, il Daimler City e il Beisheim Center, svetta solitario un pezzo originale del Muro di Berlino.
E per la cronaca, il famoso concerto organizzato dall’ex Pink Floyd Roger Waters si tenne proprio qui, il 21 luglio 1990.
East Side Gallery
I resti del Muro di Berlino per antonomasia.
In questo tratto di Muro, lungo circa un chilometro e mezzo, decine di artisti provenienti da tutto il mondo hanno dato vita a una straordinaria galleria d’arte a cielo aperto.
Attraverso i coloratissimi murales è possibile ripercorrere l’onda emotiva provocata dalla caduta del Muro: rappresentano la più autentica testimonianza della gioia e del desiderio di libertà di quei giorni, nonostante il tentativo di alcuni vandali di rovinarli con stupide scritte.
I murales sono pieni di dettagli e vale la pena ammirarli con calma: se potete cercate di arrivare la mattina presto o la sera verso il tramonto così da percorrere questo pezzetto di Mühlenstrasse in tutta tranquillità.
Memoriale del Muro di Berlino in Bernauer Strasse
Non c’è a Berlino un altro posto come questo.
Qui è possibile rendersi conto di cosa abbia significato ritrovarsi, nel giro di una notte, dalla parte “sbagliata”.
Erano infatti le stesse facciate delle case sul lato della strada che si trovava a Berlino Est a costituire la linea di confine, mentre l’altro lato di Bernauer Strasse apparteneva già a Berlino Ovest.
Intere famiglie, amici e vicini furono crudelmente separati: si arrivò addirittura a murare tutte le finestre su quel lato della strada per evitare fughe: a pensarci adesso sembra impossibile, surreale.
Tutta l’area del Memoriale sorge su quella che era la cosiddetta striscia della morte, mentre vicino ai resti del Muro svetta anche un’inquietante torretta di guardia: da pelle d’oca.
Nel Centro Visitatori sono raccontati in modo toccante i tentativi di fuga e le implicazioni del Muro di Berlino sulla vita quotidiana delle persone.
L’ingresso è gratuito: un motivo in più per non perderselo.
Checkpoint Charlie
Checkpoint Charlie era il principale punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest per stranieri e diplomatici.
A vederlo oggi, con i finti soldati e la gigantesca insegna di KFC, è difficile immaginare che proprio qui si verificò il momento di massima tensione, con i carri armati americani e quelli sovietici a fronteggiarsi poco dopo la costruzione del Muro.
Perché proprio Charlie?
Il nome deriva dal fatto che fu il terzo posto di blocco ad essere aperto dagli Alleati: fu chiamato così seguendo l’alfabeto fonetico radiotelegrafico e quindi alfa, bravo, charlie.
Per quanto riguarda i resti del Muro di Berlino, vi segnalo che proprio fuori dal Mauermuseum ci sono alcuni pezzi originali.
Topographie Des Terrors
Si tratta di un progetto nato con l’obiettivo di documentare la politica del terrore e della persecuzione del regime nazista.
Siamo in un luogo simbolico perché qui sorgeva il Prinz-Albrecht-Palais, quartiere generale sia della Gestapo che delle SS.
L’esposizione, a tratti necessariamente cruda, si sviluppa sia all’esterno che all’interno del Centro Documentazione, descrivendo gli orrori del regime e il ruolo della città di Berlino durante il Terzo Reich.
Sullo sfondo un tratto del Muro di Berlino lungo circa 200 metri.
Da visitare per un doveroso ripasso di storia (anche qui l’ingresso è gratuito).
Ve l’avevo detto che Berlino è impegnativa, ma è uno sforzo che merita tutto.
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2 comments
Io segno tutto, e incrocio le dita sperando di riuscire a confermare il viaggio!
Ciao Silvia!
Incrocio le dita anche io per te: Berlino merita tantissimo!