Premessa: questo post fa parte della rubrica #throwbackthursday, una sorta di bigino fotografico su cosa vedere a Lhasa in questo caso.
Lhasa.
La città proibita per definizione.
Un sogno per qualsiasi viaggiatore che si definisca tale.
Per il #throwbackthursday di questa settimana vi porto qui, sul tetto del mondo: ecco il mio #throwbackthursday a Lhasa.
Camera vista Potala: non avremmo potuto chiedere di meglio
La devozione commovente dei pellegrini tibetani davanti al Jokhang Temple, il cuore sacro di Lhasa e di tutto il Tibet
Mulini di preghiera e mantra
In Tibet si prega anche così, tra una chiacchera e l’altra
Letteralmente Lhasa significa “trono di Dio“e guardando il Potala non si può fare a meno di pensare che sia proprio così
Ho scattato questa foto per ricordarmi che per ogni bandiera cinese (im)posta su ogni casa, ogni palazzo – compreso il Potala – e ogni monastero, ci saranno sempre decine e decine di bandiere di preghiera tibetane a fare da contrappeso e a tenere viva la speranza di libertà, nonostante la scandalosa ndifferenza della comunità internazionale
Dettagli tibetani bellissimi
Da Mao Tse-tung a Xi Jinping: il Grande Fratello cinese ti guarda e i tibetani purtroppo lo sanno bene
Il primo sweet tea non si scorda mai (non ho ancora capito se mi sia piaciuto o meno, ma questa è un’altra storia)
Luci e ombre su Lhasa, verità e menzogne riflesse nell’oscurità
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