“E’ difficile organizzare un viaggio fai da te in Sudafrica?” Quante volte ci è stata fatta questa domanda!
Iniziamo con il dire che il Sudafrica è un paese vastissimo. Vastissimo e diversissimo.
E’ Africa ma allo stesso tempo anche Europa, America, Australia.
La terra rossa che si butta nell’oceano, il deserto che lascia spazio a foreste verdissime. E poi ancora colline rigogliose, lagune, cascate, distese di terra arida che si alternano a campi fioriti.
Un panorama che cambia in continuazione nel giro di pochissimi chilometri, cartoline esotiche che si alternano a paesaggi che sanno di casa.
Il Sudafrica è davvero tutto il mondo in un solo paese.
In questo post trovate i miei consigli per organizzare un viaggio fai da te in Sudafrica, un paese immenso e generoso.
Come al solito consigli pratici dalla A alla Z.
A – Agulhas
La punta più estrema del Sudafrica che più a sud di così proprio non si può andare.
Molti credono che the most southern point sia il Capo di Buona Speranza, ma in realtà quello è il punto più a sud-ovest.
Lasciate quindi che i pullman carichi di turisti si fermino lì, voi invece andate oltre anche se per arrivare fino a qui dovete mettere in conto di fare una bella deviazione.
Ad attendervi ci sarà sicuramente un vento fortissimo: non lasciatevi scoraggiare e salite in cima al Cape Agulhas Lighthouse prima di raggiungere The meeting of the oceans, il punto dove Oceano Indiano ed Oceano Atlantico si incontrano.
Chiudete gli occhi e respirate a pieni polmoni: vi sembrerà davvero di essere arrivati ai confini del mondo.
B – Big five
Ovvero i fantastici 5: bufalo, elefante, leone, leopardo e rinoceronte.
I big five sono uno dei vanti del Sudafrica tanto da essere riprodotti su tutte le banconote (vedi lettera R – Rand).
Ma mentre è piuttosto facile avvistare bufali ed elefanti, per gli altri tre bisogna avere pazienza ma soprattutto taaaaanta fortuna.
Noi siamo riusciti a vederne 4 su 5: per il leopardo non c’è stato niente da fare.
Qualche consiglio per aumentare le vostre chances di avvistamento:
- cercate di svegliarvi all’alba (noi i leoni li abbiamo visti proprio durante il morning drive delle 4)
- guidate molto piano
- portatevi un binocolo per scandagliare bene la vegetazione.
Ricordatevi inoltre di consultare le bacheche degli avvistamenti presenti nei rest camp (di solito sono posizionate davanti alla reception o allo shop): vengono aggiornate ogni giorno ed è possibile farsi un’idea della direzione in cui si muovono gli animali.
Noterete che l’unico animale a non essere segnalato è il rinoceronte.
Il motivo? Il bracconaggio che imperversa nei parchi africani.
Questa piaga è dovuta al fatto che ancora oggi, soprattutto in alcuni paesi asiatici, il corno di rinoceronte è considerato uno status symbol e gli si attribuiscono proprietà afrodisiache.
Sembra pazzesco ma purtroppo è così.
C – Cape Town e la Penisola del Capo
Cape Town è una città incredibile.
Incastonata tra la Table Mountain e la catena dei Twelve Apostles da una parte e l’Oceano dall’altra: un anfiteatro naturale che le regala un clima praticamente perfetto tutto l’anno.
Noi le abbiamo dedicato 4 giorni, ma volendo ci si potrebbe fermare anche 1 o 2 giorni in più senza annoiarsi.
Su Cape Town e la Penisola del Capo ho scritto un post a parte, ma inizio ad anticiparvi quello che secondo me non potete assolutamente perdervi:
- salire sulla Table Mountain
- raggiungere il leggendario Capo di Buona Speranza
- fare una passeggiata tra Greenmarket Square e il coloratissimo quartiere di Bo-Kaap
- passare una serata al Victoria & Alfred Waterfront
- visitare, meteo permettendo, Robben Island
Io ve lo dico, a Cape Town lascerete sicuramente un pezzettino del vostro cuore.
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D – De Hoop Nature Reserve
Questa è una chicca per veri intenditori anche perché – diciamocela tutta – non è così facile arrivarci.
Le dune del deserto bianco di De Hoop sono uno dei ricordi più belli che ho di tutto il viaggio e sono state uno dei punti fissi del nostro itinerario fin da subito.
Le cittadine più vicine sono Swellendam e Bredasdorp, che possono essere usate come basi d’appoggio, ma io vi consiglio fortemente di fermarvi a dormire in uno dei cottage di De Hoop Collection.
Noi siamo arrivati a De Hoop nel primissimo pomeriggio, dopo aver trascorso la notte ad Agulhas, e ci siamo subito diretti alla famosissima duna Koppie Alleen.
Semplicemente meraviglioso.
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E – eSIM, per non avere problemi di connessione
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F – Fuso orario
Nonostante le ore di volo, il fuso orario del Sudafrica rispetto all’Italia è solamente di 1ora in avanti e – anzi – quando in Italia è in vigore l’ora legale non bisogna preoccuparsi nemmeno di quello.
Effetti del jet lag addio.
G – Garden Route: sì o no?
Se avessimo visitato il Sudafrica in agosto, il loro inverno australe, avremmo saltato la Garden Route a cuor leggero, ma essendoci stati in primavera abbiamo deciso di percorrere il tratto della N2 fino a Port Elizabeth.
Con il senno di poi non mi sento di dire che abbiamo toppato in pieno, ma sicuramente aggiusterei il tiro.
La sosta a Mossel Bay per esempio non ci ha detto granché e sicuramente salterei Knysna (carina la laguna, ma niente di imperdibile) per aggiungere una notte allo Tsitsikamma National Park e avere così più tempo per fare i vari trail all’interno del Parco.
Mi è dispiaciuto molto non riuscire a vedere invece la Robberg Nature Reserve per cui, se avete tempo, fateci un pensierino.
H – Hulhluwe-Imfolozi Park
Tappa obbligata per chiunque transiti da St. Lucia, è la prima riserva ad essere stata istituita in Sudafrica.
Qui è possibile avvistare tutti i Big Five, ma in particolare l’Hulhluwe-Imfolozi è famoso per l’alta concentrazione di rinoceronti – sia bianchi che neri – e in effetti noi abbiamo visto più rinoceronti qui che al Kruger (vedi lettera K – Kruger National Park).
C’è addirittura chi preferisce questo Parco al Kruger, per via della vegetazione più lussureggiante e dei continui saliscendi che rendono l’esperienza del safari ancora più emozionante.
Per quel che mi riguarda sono due Parchi di una bellezza completamente diversa, ma sono contenta di aver fatto prima l’Hulhluwe-Imfolozi del Kruger.
Il tutto in un crescendo di emozioni.
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I – iSimangaliso Wetland Park
L’iSimangaliso Wetland Park è una gemma incastonata tra l’Oceano Indiano e il Lake St. Lucia, il più grande estuario di tutta l’Africa.
Nei mesi tra giugno e novembre è inoltre possibile avvistare le balene che si spostano dalle fredde acque antartiche per venire a riprodursi al caldo vicino alle coste sudafricane e mozambicane: se non soffrite il mal di mare questa zona è ottima per fare whale watching.
Se non vi avessi ancora convinto aggiungo che è anche Patrimonio UNESCO: cosa volere di più?
J – Jacaranda
La jacaranda sta al Sudafrica come l’albero di ciliegio sta al Giappone.
Non so voi ma io prima di andare in Sudafrica non avevo mai visto dal vivo un albero di jacaranda.
Avevo sbirciato le fotografie delle famosissime jacarande di Pretoria, ma poterle ammirare in piena fioritura è uno spettacolo che lascia a bocca aperta, specialmente quando il vento le scuote dolcemente provocando una vera e propria pioggia di petali viola.
Magico.
K – Kruger National Park
Grande qualcosa come 20.000 km quadrati (quanto la Lombardia per intenderci), il Kruger è il parco sudafricano per definizione.
Il suo nome è legato a quello di Paul Kruger – presidente della regione autonoma del Transvaal e leader della resistenza boera – che nel 1898 istituì la Sabie Game Reserve, la versione embrionale del Kruger.
L’equazione è molto semplice: più giorni si passano qui dentro meglio è.
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4 giorni pieni sono a mio parere il minimo sindacale, suddividendo le notti tra parte sud, parte centrale e centro-nord: se avete più tempo potete pensare di spingervi fino all’estremo nord, intorno a Parfuri e Punda Maria.
Fondamentale è inoltre dormire all’interno del Parco, nei camp pubblici o – budget permettendo – nelle concessioni o riserve private, evitando così di perdere tempo tutti i giorni all’entrata dei gate dove ci possono essere code lunghissime.
Noi abbiamo dormito 1 notte al Pretoriuskop, 2 notti all’Olifants e quando siamo usciti dal Parco l’ultimo giorno abbiamo dormito a Palawbhorna appena fuori dal gate in direzione Panorama Route (vedi lettera P- Panorama Route).
Pernottando all’interno del Kruger si ha inoltre la possibilità di partecipare ad uno dei tanti game drive guidati che vengono organizzati dai ranger: noi per esempio abbiamo partecipato ad un morning drive e l’alzataccia alle 4 è stata ripagata con l’avvistamento di un branco di leoni!
Insomma, il mal d’Africa qui è assicurato.
L – Libri da leggere prima di partire per il Sudafrica
Vi lascio tre titoli su tutti che mi hanno aiutato a capire meglio la complicata storia di questo Paese:
- Un arcobaleno nella notte di Dominique Lapierre
Per ripercorrere la storia del Sudafrica: dallo sbarco dei primi coloni, mandati dall’Olanda per rifornire di insalata (pensate un po’!) gli equipaggi decimati dallo scorbuto della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, ai primi scontri con le tribù nere. E poi ancora la scoperta dell’oro e dei diamanti, la guerra con gli inglesi fino ad arrivare all’istituzione del regime dell’apartheid. Un doveroso ripasso di storia, una storia che non viene per nulla affrontata sui banchi della nostra scuola. - Lungo cammino verso la libertà di Nelson Mandela
L’autobiografia di un uomo straordinario: con lo stile che lo contraddistingue, Mandela ci conduce lungo il cammino della sua vita che l’ha portato dalle campagne del Transkei alle township di Johannesburg, dalla prima militanza nell’ANC, passando attraverso ventisette anni di carcere, fino al Premio Nobel per la pace e alla presidenza del paese. Un cammino non solo verso la libertà politica ma anche verso la riaffermazione della piena dignità umana. Sua e di tutto il Sudafrica. - Good morning Mr. Mandela di Zelda La Grange
Un punto di vista particolarissimo sulla figura di Mandela, un ritratto intimo e toccante. Zelda La Grange è stata al suo fianco per quasi vent’anni, lavorando per lui prima come segretaria di presidenza e poi come assistente personale dal 1994 alla sua morte. Figlia della piccola borghesia bianca, Zelda è cresciuta in un mondo intriso di pregiudizi razziali in cui il sistema dell’apartheid era considerato normale. Un mondo che l’incontro con Mandela sgretolerà completamente.
Perché del resto il viaggio inizia molto tempo prima di partire.
M – Mandela
Impossibile dire Sudafrica e non pensare a lui: Nelson Mandela. Madiba.
L’uomo che ha cambiato la storia di questo Paese, che ha sacrificato la sua vita per costruire un Sudafrica migliore.
E’ sconcertante pensare che proprio qui, dove la natura è così grande e potente, l’uomo si è rivelato in tutta la sua piccolezza.
Ma nonostante le ferite ancora evidenti di un passato con cui è difficile – se non impossibile – scendere a patti e nonostante le disparità che sono ancora sotto gli occhi di tutti, il Sudafrica sta cercando di (ri)costruire la sua identità di “Nazione Arcobaleno” (vedi lettera T – The Rainbow Nation).
E il perno su cui si fonda questa nuova identità non può che essere l’eredità umana e politica lasciata da questa grande figura carismatica.
Un modello da seguire per tutti i sudafricani e non solo.
N – Noleggio Auto e patente internazionale in Sudafrica
Il Sudafrica, con i suoi spazi immensi e i panorami mozzafiato, è una meta ideale per un on the road.
La guida è a sinistra ma ci si abitua presto, anche perché – tolto il traffico delle grandi città – è facile ritrovarsi a guidare soli per kilometri e kilometri.
Le strade che collegano i principali centri cittadini sono ben tenute, così come le autostrade che sono per la maggior parte gratuite: occorre solamente fare attenzione, oltre ad eventuali animali che possono attraversare all’improvviso, alle persone che – anche in autostrada! – camminano ai margini della carreggiata alla ricerca di un passaggio.
Tenete inoltre presente che l’illuminazione stradale non è diffusa capillarmente e quindi è sconsigliabile guidare quando inizia a fare buio proprio per la presenza sulle strade di persone e animali.
PATENTE INTERNAZIONALE IN SUDAFRICA: E’ OBBLIGATORIA?
Se provate a cercare su internet troverete informazioni parecchio discordanti sul fatto che sia necessario averla o meno.
Il sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri riporta che viene accettata la patente italiana, ma che per noleggiare un veicolo è necessaria la patente internazionale (modello Convenzione di Vienna 1968 o Ginevra 1949).
Per evitare problemi abbiamo scelto di farla e in effetti ci è sempre stata richiesta al momento del ritiro dell’auto.
Noi abbiamo noleggiato due auto in categoria economy sia per la prima parte del viaggio da Cape Town a Port Elizabeth sia per la seconda parte da Durban a Johannesburg e devo dire che hanno fatto egregiamente il loro dovere, anche sugli sterrati.
La libertà di un viaggio in macchina è qualcosa di impagabile.
O – Outfit ovvero che cosa mettere in valigia per un viaggio in Sudafrica
Mai come per il Sudafrica vale il consiglio di vestirsi a cipolla!
Sembrerà banale ma davvero vi capiterà di uscire all’alba imbacuccati con giacca-felpa-sciarpa per poi togliervi i vari strati mano a mano che la giornata inizierà a scaldarsi.
Soprattutto sulla costa atlantica poi, il tempo cambia velocemente e il vento è una presenza costante che costringe a dei continui togli-e-metti.
Per quanto riguarda i safari sono ideali capi d’abbigliamento dalle tinte neutre, evitando invece i colori forti o addirittura i fluo che adesso vanno tanto di moda.
Anche il bianco e il giallo, apparentemente inoffensivi, sono in realtà da sconsigliare in quanto attirano i moscerini.
Il total black in questo caso è decisamente out perché può attirare tafani e mosche tse-tse.
Cosa non può mancare quindi in valigia?
- una giacca antivento sicuramente
- felpe e pantaloni da trekking leggeri, magari modello zip-off con la gamba removibile
- il costume per fare un bagno nell’Oceano Indiano
- completano l’outfit cappellino, occhiali da sole, crema solare e repellente anti zanzare.
P – Panorama Route
Così è chiamato quel tratto di strada che dalla catena montuosa dei Drakensberg si snoda fino al Kruger National Park.
Noi abbiamo percorso la Panorama Route a ritroso, inanellando: Three Rondavels e Blyde River Canyon, Bourke Luke’s Potholes, God’s Window e Pinnacle Rock, Berlin Falls e Lisbon Falls per chiudere in bellezza con una merenda a base di pancakes dal celebre Harrie’s Pancakes nella cittadina di Graskop.
Che sia all’inizio o alla fine di un viaggio in Sudafrica, la Panorama Route è una tappa da non perdere.
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PANORAMA ROUTE IN SUDAFRICA: COSA VEDERE, ITINERARIO CON MAPPA
Q – Quando andare
Non c’è una stagione più adatta di un’altra per andare in Sudafrica perché ogni stagione ha i suoi pro e i suoi contro.
- Gennaio – Aprile
A Cape Town il clima è secco ma ci possono essere giornate in cui il temibile Cape Doctor spira incessantemente. Nei parchi invece la vegetazione è lussureggiante, anche se è meno facile avvistare gli animali. Meglio evitare invece il periodo tra Natale e Capodanno che coincide con il massimo picco turistico degli stessi sudafricani che durante le vacanze scolastiche si riversano sulle spiagge e nei parchi. - Maggio – Ottobre
E’ il periodo ideale per i safari perché il bush nei parchi è più scarno e gli animali, a causa della siccità, si dirigono verso le pozze d’acqua rendendo più semplici gli avvistamenti. Le giornate tuttavia sono più corte e nella zona di Città del Capo e della Garden Route i mesi fino ad agosto possono essere piovosi e freddi. E’ anche vero che questa è la stagione ideale per il whale watching, mentre tra agosto e settembre si può assistere alla straordinaria fioritura del Namaqualand. - Novembre – Dicembre
Nei parchi le temperature sono più miti e i temporali pomeridiani rendono la vegetazione più folta. Nella zona di Cape Town invece è un periodo caldo e assolato.
Insomma lo avete capito: ogni periodo dell’anno è buono per un viaggio in Sudafrica!
R- Rand
È la valuta ufficiale sudafricana dall’indipendenza ottenuta dal Regno Unito solo nel 1961.
Il nome deriva dalla regione del Witwatersrand dove prese il via la corsa all’oro.
Inizialmente le banconote riportavano l’immagine di Jan van Riebeeck, il fondatore di Città del Capo, ma negli anni ’80 vennero ridisegnate con le immagini dei Big Five.
Dal 2012 le immagini dei cinque animali sono impresse sul retro, mentre sul fronte di tutte le banconote è raffigurato il volto di Nelson Mandela.
Attualmente il cambio con l’euro è molto vantaggioso e viaggia intorno ai 14,571R.
S – Swaziland (ora eSwatini)
Il regno dello Swaziland costituisce, insieme al Lesotho, un’enclave in territorio sudafricano: tranne che per un breve tratto confinante con il Mozambico è infatti completamente inglobato nel Sudafrica.
Tuttavia appena si varca il confine si percepisce subito un netto distacco: si viene catapultati nell’Africa più povera e rurale.
Ma il vero flagello di questa piccola monarchia assoluta è rappresentato dall’AIDS che, con una percentuale di sieropositivi sulla popolazione adulta superiore al 40%, conferisce allo Swaziland il triste primato di paese più colpito al mondo.
Attraversare lo Swaziland è sicuramente la strada più veloce per raggiungere il Kruger da St. Lucia o viceversa, ma vale la pena prendere in considerazione l’idea di trascorrere almeno una notte in uno dei parchi nazionali swazi.
Le formalità per entrare e uscire dallo Swaziland sono abbastanza veloci: per entrare si paga una tassa di 50R.
Noi siamo entrati in Swaziland dal Golela Border Post e ci siamo diretti verso il Mlilwane Wildlife Sanctuary dove abbiamo pernottato: la particolarità di questo parco è quella di poter effettuare diversi trail a piedi, cosa che – dopo giorni di safari in macchina – non vi sembrerà vero di poter fare.
Oltrepassare lo Swaziland senza fermarsi sarebbe davvero un peccato!
T – The Rainbow Nation
L’espressione, entrata ormai nell’uso comune, è stata coniata dall’arcivescovo Desmond Tutu – altra grande personalità impegnata nella lotta contro l’apartheid – per descrivere la situazione sudafricana dopo le prime elezioni democratiche del 1994.
La frase è stata poi ripresa da Nelson Mandela in un suo discorso quando ha proclamato:
Each of us is as intimately attached to the soil of this beautiful country as are the famous jacaranda trees of Pretoria and the mimosa trees of the bushveld – a rainbow nation at peace with itself and the world
La nazione arcobaleno è anche simbolicamente rappresentata dalla bandiera sudafricana, che sfoggia infatti sei colori diversi:
- il nero della maggioranza dei suoi abitanti
- l’oro di cui il Sudafrica è ricchissimo
- il verde delle immense pianure del veld
- il bianco dei diamanti
- il rosso del sangue versato durante le guerre che lo hanno attraversato
- il blu degli oceani.
Del resto il motto sudafricano è proprio Ex unitae vires. Dall’unità la forza.
U – Un viaggio perfetto per la luna di miele ma non solo
La scelta del Sudafrica come meta per il nostro viaggio di nozze è nata un po’ all’improvviso, quasi per caso se volete.
Ma io sono convinta che non sia il viaggiatore a scegliere il viaggio bensì il contrario.
Con il Sudafrica per noi è stato così ed è un viaggio che non posso che consigliare a chiunque ami la natura selvaggia e potente, gli spazi immensi, i panorami grandiosi.
Se a questo si aggiunge l’estrema cordialità dei suoi abitanti, il buon cibo e il clima da favola, quello che si ottiene è un mix perfetto a cui è difficile resistere.
Il tutto poi condito da un senso di avventura che è difficile da spiegare a parole.
V – Visto e Vaccinazioni per il Sudafrica
Per i cittadini italiani il visto non è necessario, ma il passaporto deve avere una validità residuale successiva alla data di uscita prevista dal Paese di almeno 30 giorni, oltre che avere due pagine contigue libere.
Non sono invece richieste particolari vaccinazioni anche se quella contro la febbre gialla è obbligatoria per chi proviene da paesi dove questa malattia è endemica: vale anche per il transito superiore alle 12 ore negli aeroporti di questi paesi quindi occhio alla durata di eventuali scali.
COME LA METTIAMO CON LA MALARIA IN SUDAFRICA?
Innanzitutto occorre precisare che la malaria risulta circoscritta nella zona orientale del Sudafrica e quindi nelle regioni del KwaZulu-Natal, Mpumalanga, Limpopo e Kruger oltre che nello Swaziland.
Decidere di sottoporsi o meno alla profilassi anti-malarica è dunque una scelta personale e dipende sia dalle zone che si andranno a visitare che dal periodo di viaggio.
In ogni caso l’assunzione di un farmaco anti-malarico, i più diffusi sono il Malarone e il Lariam, non garantisce l’immunità dalla malaria.
E’ comunque fondamentale utilizzare spray repellenti, prediligere maniche lunghe e pantaloni lunghi, oltre che dormire all’interno delle zanzariere.
Mai come in questo caso prevenire è meglio che curare.
W – Wild Card
Per accedere ai parchi sudafricani si paga una fee d’ingresso giornaliera il cui costo varia da parco a parco.
Se avete perciò intenzione di trascorrere all’interno dei parchi diversi giorni, fate due conti e valutate se vi conviene acquistare la Wild Card: ce ne sono di diversi tipi – individuale, di coppia e per famiglie – oltre che riferite a diversi cluster di parchi.
Noi abbiamo acquistato direttamente dall’Italia l’International All Parks Cluster Wild Card al costo di 3.455R (ad oggi 2022 il costo è salito a 5.345R).
Ricordatevi solo che la Wild Card non è comunque valida per l’iSimangaliso Wetland Park, mentre è compreso l’ingresso nei parchi dello Swaziland.
X – Xhosa
Dopo gli Zulu (vedi lettera Z – Zulu), gli Xhosa sono il secondo gruppo etnico più numeroso del Sudafrica.
Presenti soprattutto nella provincia dell’Eastern Cape, sono famosi soprattutto per parlare una lingua che schiocca.
La lingua xhosa infatti contiene i tipici suoni click delle lingue khoisan e lo stesso nome xhosa inizia con quelli che vengono definiti suoni click!
Quando la parola diventa un strumento musicale.
Y – Passo
Z – Zulu
Gli Zulu sono il gruppo etnico più numeroso del Sudafrica ma la lingua zulu, nonostante sia la lingua più parlata in Sudafrica, è diventata una delle 11 lingue ufficiali del Paese solo dopo la fine dell’apartheid.
Con l’espressione Zululand, che evoca atmosfere selvagge e ritmi tribali, si identifica quella regione del KwaZulu-Natal che si estende dalla foce del Tugela River fino all’Oceano Indiano: la parola zulu, che significa “paradiso“, ben descrive la fertile pianura costiera e le dolci colline che caratterizzano questi paesaggi.
Ma basta uscire dalle strade più battute per rendersi conto di come la povertà sia ancora una realtà quotidiana da queste parti.
Never, never and never again
shall it be that this beautiful land
will again experience the oppression of one by another
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6 comments
Un bellissimo post, molto ben fatto! Grazie, mi hai fornito lo spunto per cominciare a sognare il prossimo viaggio! Visto che sono in partenza per il Giappone, corro a leggere anche il tuo A/Z per questo Paese 🙂
Grazie Elisa, sei davvero gentilissima e sono contenta di averti ispirato almeno un pochino!
Aaah il Giappone, che meraviglia: ci tornerei subito! 🙂
Ciao Elena, articolo molto interessante.
Leggo che avete acquistato la Wild Card “All Parks Cluster” al costo di 1.130R.
Adesso, da quanto leggo sul sito di Sanspark (https://www.sanparks.org/wild_new/tourism/pricing.php), sembrerebbe che i prezzi per i cittadini NON sudafricani siano aumentati (Individuale R3,420.00, di coppia R5,345.00, di gruppo R6,395.00)…oppure c’è qualcosa che non capisco dal sito? Quando l’avete comprata voi non esisteva questa differenziazione?
Grazie 🙂
Ciao Marta, sono andata a controllare le vecchie mail di acquisto della Wild Card e mi sono accorta di avere indicato il prezzo riservato ai cittadini sudafricani (grazie per il commento, correggo subito all’interno del post).
Noi nel 2017 abbiamo pagato per l’International All Parks Cluster di coppia R3,455.00 quindi ti confermo che comunque in questi anni i prezzi sono aumentati e anche di un bel po’!
Se hai bisogno di altre info o hai altri dubbi chiedi pure senza problemi 🙂
Ciao!
Siamo in partenza per il
Sud Africa…
nelle guide leggo parecchio sulla poca sicurezze e l’incremento di criminalità… che ne pensi? Mi mette un po’ l’ansia!
Ciao Chiara, la situazione del Sudafrica è in continua evoluzione ma quello che ti posso consigliare – che è del resto quello che abbiamo fatto anche noi nel 2017 – è di limitare gli spostamenti nelle ore diurne, soprattutto nelle città come Cape Town dove è comunque meglio alloggiare nelle zone centrali anche se più costose.
Per il resto vale, come in ogni altra parte del mondo, la regola del buon senso, ma se il vostro viaggio è incentrato soprattutto sui parchi naturali partirei tranquilla.
Buon viaggio 🙂