In un itinerario tra i luoghi di Gesù a Gerusalemme non può mancare la visita a due celebri alture che si elevano rispettivamente a est e a sud della città: il Monte degli Ulivi e il Monte Sion.
Dopo aver percorso insieme la Via Dolorosa, ci spostiamo così fuori dalle mura cittadine per visitare i diversi santuari e chiese che nel corso dei secoli sono sorti sui luoghi cristiani dove Gesù ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita e si è manifestato dopo la sua resurrezione.
Sia dal Monte degli Ulivi che dal Monte Sion si gode poi di una vista incredibile su Gerusalemme, motivo in più per arrivare fino a qui.
Il Monte degli Ulivi
Il Monte degli Ulivi segna il confine tra la Città Santa e il deserto di Giuda che da qui inizia la sua discesa verso il Mar Morto.
In realtà, il Monte ha tre diverse cime e con “Monte degli Ulivi” ci si riferisce in particolare alla più meridionale delle tre, dove da millenni crescono gli alberi di ulivo che gli conferiscono il nome tutt’ora in uso.
La tradizione ebraica lo identifica anche con il nome di “Monte dell’Unzione”, perché con l’olio ottenuto dai suoi ulivi venivano unti re e sommi sacerdoti.
Gli arabi lo chiamano invece “Djebel et Tur”, parola di origine aramaica che significa “Monte Santo”.
Dalla sommità del Monte degli Ulivi si ammira il panorama più suggestivo su tutta Gerusalemme: il momento migliore per scattare le fotografie è sicuramente di primo mattino, ma cercate di non perdervi nemmeno il tramonto con il sole che scompare dietro la Cupola della Roccia.
Come raggiungere il Monte degli Ulivi e come organizzare la visita
Il modo più semplice per raggiungere il Monte degli Ulivi è con l’autobus che parte direttamente dal centro di Gerusalemme.
Da Damascus o Herod’s Gate basta dirigersi verso Sultan Suleiman Terminal (da non confondere con Sultan Suleiman Central Station) e prendere i bus 255 o 275 che in una ventina di minuti portano sulla sommità del Monte.
–> Il costo del biglietto dell’autobus, da fare direttamente a bordo, è di 8 NIS.
La fermata dove scendere per iniziare la visita del Monte degli Ulivi è quella vicino alla Chapel of Ascension.
In questo modo non dovrete scarpinare in salita, cosa che potrebbe rivelarsi piuttosto impegnativa soprattutto nelle calde giornate estive, ma farete un percorso tutto in discesa e poi potrete tornare nella Città Vecchia di Gerusalemme direttamente a piedi costeggiandone le mura ed entrando da Dung Gate.
Cosa vedere sul Monte degli Ulivi
Cappella dell’Ascensione
La piccola Cappella dell’Ascensione si trova in realtà all’interno della Moschea dell’Ascensione.
Dopo la vittoria di Saladino, infatti, i musulmani presero possesso dell’antico edificio crociato e lo trasformarono in una moschea: alle confessioni cristiane viene però concesso di venire a celebrare i loro riti per la festa dell’Ascensione.
Nel pavimento della Cappella è conservata una roccia in cui la tradizione riconosce le impronte dei piedi di Gesù, lasciate appunto al momento dell’Ascensione: oggi – con un po’ di fantasia a dir la verità – si riesce a distinguere solamente l’impronta del piede destro, in quanto anticamente ai pellegrini era consentito portarne via dei piccoli frammenti.
Sulla sommità del Monte degli Ulivi si trovano anche altre due chiese a memoria dell’Ascensione: la Chiesa Luterana e la Cappella Russa.
La Cappella dell’Ascensione è aperta tutti i giorni dalle 8 alle 18.
L’ingresso dovrebbe essere gratuito, ma spesso viene richiesto – anche insistentemente – il pagamento di una fee, soprattutto a chi si muove da solo e non con i gruppi organizzati…io vi ho avvisato!
Chiesa del Pater Noster
Iniziando la discesa dal Monte degli Ulivi si incontra la Chiesa del Pater Noster conosciuta anche con il nome di Chiesa dell’Eleona, dal greco elaion che significa “uliveto”.
Qui viene commemorato l’insegnamento della preghiera del Padre Nostro da parte di Gesù ai discepoli in una grotta sottostante la chiesa.
Particolare il fatto che il Padre Nostro sia riportato su formelle dipinte in oltre 170 tra lingue e dialetti: troviamo così le versioni in ebraico e aramaico, in italiano, ma anche in friulano, milanese, piacentino, romagnolo e sardo.
La Chiesa del Pater Noster è aperta tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 17:00: il costo del biglietto d’ingresso è di 10NIS.
Proseguendo lungo la discesa si arriva al punto panoramico sulla città di Gerusalemme, più o meno di fronte all’Hotel Seven Arches.
Poco prima, sulla destra, inizia una scalinata che costeggiando il cimitero ebraico riconduce a Gerusalemme attraverso la cosiddetta Valle del Cedron.
Dominus Flevit
Proprio scendendo lungo la scalinata e tenendo a sinistra il grande cimitero ebraico si nota al di là di un cancello il Santuario del Dominus Flevit, in memoria delle lacrime versate da Gesù prima del suo ingresso a Gerusalemme.
Da non perdere la vista sulla città dalla cappella francescana la cui cupola ricorda nella forma proprio una lacrima: sopra l’altare, una vetrata con il calice dell’Ultima Cena sembra incorniciare Gerusalemme.
La Chiesa del Dominus Flevit è aperta tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 18:00 (17:00 in inverno).
Orto del Getsemani
Il Giardino del Getsemani, spesso chiamato anche Orto per derivazione dal latino “hortus”, è il luogo teatro della notte che ha portato alla cattura di Gesù: qui infatti Gesù si ritirò a pregare insieme ai discepoli, che invece si addormentarono come sappiamo, attendendo il tradimento di Giuda.
La parola getsemani deriva dall’ebraico gat-shmanim che significa frantoio, torchio per le olive e proprio alcuni di questi antichissimi alberi di ulivo sono ritenuti i testimoni silenziosi della Passione di Gesù.
Basilica di tutte le Nazioni
Il nome di questa Basilica, che sarebbe più corretto chiamare “del Getsemani” o “dell’Agonia”, si deve al fatto che per costruirla furono raccolti fondi da ogni parte del mondo.
Sei colonne monolitiche sostengono un soffitto di 12 cupole, mentre le vetrate sono decorate con colori violacei che evocano la notte dell’agonia di Gesù.
Il mosaico dell’abside centrale raffigura proprio la scena dell’intensa e angosciata preghiera di Gesù, mentre quelli delle navate laterali il bacio di Giuda e l’arresto di Gesù.
Davanti all’altare la pietra viva della roccia dove Gesù pregò “e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano a terra”.
La Basilica e l’adiacente Giardino del Getsemani sono aperti tutti i giorni dalle 8:00 alle 18:00 (17:00 in inverno).
La Grotta del Getsemani e la Tomba di Maria
Alle pendici del Monte degli Ulivi, incassata quasi nel terreno del fondovalle, si trova la Tomba di Maria.
A destra rispetto all’ingresso, uno stretto passaggio conduce alla Grotta del Getsemani: è qui, in questa grotta naturale, che si fa memoria del tradimento di Giuda e dell’arresto di Gesù.
L’adiacente collocazione della Tomba di Maria non è invece casuale, in quanto il campo detto Getsemani era probabilmente proprietà di una famiglia amica di Gesù e quindi appare verosimile che Maria abbia ricevuto sepoltura nel terreno di quella stessa famiglia.
L’elegante portale crociato si apre su un’ampia scalinata che conduce tra antiche lampade di ottone e icone dorate nelle profondità della cripta dove, al centro, è collocata la Tomba di Maria.
La Grotta del Getsemani è aperta tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 18:00 (17:00 in inverno).
La Tomba di Maria invece è aperta tutti i giorni dalle 5:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00 (6:00-12:00 e 14:30-17:00 in inverno).
Il Monte Sion
Diversamente che ai tempi di Gesù, alcuni luoghi a cui si fa riferimento nei Vangeli si trovano oggi all’esterno delle mura di Gerusalemme.
Per visitare il Cenacolo dove si tenne l’Ultima Cena, la Chiesa della Dormizione di Maria e quella di San Pietro in Gallicantu bisogna infatti oltrepassare Zion Gate che mette in comunicazione la Città Vecchia di Gerusalemme con il Monte Sion.
Cosa vedere sul Monte Sion
Cenacolo
Gli evangelisti non hanno lasciato indicazioni precise circa la casa in cui Gesù chiese di poter “mangiare la Pasqua” insieme ai suoi discepoli.
Sappiamo solamente che si trattava di “una grande sala al piano superiore”, probabilmente ospite di una famiglia benestante conosciuta.
In quella stessa stanza, “la sera del primo giorno della settimana”, Gesù li avrebbe di nuovo raggiunti dopo essere risorto e “otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e con loro c’era anche Tommaso”, il discepolo incredulo e diffidente (San Tumas ficanas, come si dice qui da me).
Fatto sta che su questa sala, la cui ubicazione nell’antichità era ben nota, venne costruita una chiesa che venne via via ingrandita anche dai crociati, ma che venne prima parzialmente distrutta e poi trasformata in moschea.
Dopo la guerra di indipendenza israeliana nel 1948 anche i musulmani furono cacciati da questa zona e da allora il Cenacolo non viene più ufficialmente considerato un luogo per le funzioni religiose, nella paradossale impossibilità di celebrare l’eucarestia proprio dove fu istituita.
Al Cenacolo si accede dal cortile tramite una scala che conduce al piano superiore: la sala, in stile gotico, è completamente spoglia con la volta sostenuta da tre colonne decorate con capitelli diversi.
Proprio sul capitello della colonna più piccola è visibile l’unico segno cristiano giunto fino a noi, il pellicano: in un evidente parallelismo con Gesù, a questo animale è associato infatti l’atto di squarciarsi il petto con il becco per sfamare i piccoli con il proprio sangue nei momenti di carestia.
Uscendo dal Cenacolo, dal lato opposto da cui si è entrati, si può salire sul tetto della sala da cui si ammira una splendido vista sulla Chiesa della Dormizione di Maria e sulla Città Vecchia con il Monte degli Ulivi sullo sfondo.
Il Cenacolo è aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 18:00.
Chiesa della Dormizione di Maria
Proprio di fianco al Cenacolo è impossibile non notare l’imponente Chiesa della Dormizione di Maria.
Entrando si viene immediatamente colpiti dal mosaico dorato che domina l’abside raffigurante Maria con Gesù Bambino, mentre le cappelle laterali impreziosiscono la superficie circolare della chiesa.
Ma il fulcro della chiesa è indubbiamente la cripta con al centro la statua di Maria dormiente.
Tutt’intorno anche qui le cappelle dedicate a Maria, dono di diverse nazioni: Austria, Brasile, Costa d’Avorio, Polonia, Stati Uniti e Ungheria.
La Chiesa della Dormizione è aperta da lunedì al sabato dalle 9:00 alle 17:30, mentre la domenica dalle 11:00 alle 17:30.
Chiesa di San Pietro in Gallicantu
Tra i momenti più concitati e amari della notte in cui Gesù fu arrestato vi è certamente quello in cui Pietro, in preda ad una paura accecante, lo rinnegò non una ma ben tre volte prima che il gallo ebbe cantato all’alba.
I Vangeli collocano questo evento durante l’interrogatorio di Gesù in casa del sommo sacerdote Caifa e proprio qui gli scavi archeologici portarono al ritrovamento dei resti del palazzo di Caifa.
Sopra questi resti venne costruita prima una chiesa bizantina e successivamente una chiesa più grande dedicata appunto a San Pietro in Gallicantu ovvero “al canto del gallo”.
Anche questa chiesa è abbellita con splendidi mosaici che raffigurano l’Ultima Cena, Gesù accusato di fronte al Sinedrio e Pietro che cerca disperatamente con lo sguardo Gesù dopo averlo rinnegato.
Da non perdere l’affaccio dalla terrazza antistante San Pietro in Gallicantu da cui gode di uno splendido panorama su Gerusalemme e la Valle della Geenna.
La Chiesa di San Pietro in Gallicantu è aperta da lunedì al sabato dalle 8:30 alle 17:30, mentre la domenica è chiusa. Il biglietto di ingresso è di 10NIS.
Nel prossimo post concludiamo la visita ai luoghi di Gesù a Gerusalemme nel luogo più santo per eccellenza: la Basilica del Santo Sepolcro.
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