Cosa vedere alla National Gallery: 20 opere imperdibili (secondo me)

by Elena_myscratchmap
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Cosa vedere alla National Gallery

Tra i musei da non perdere a Londra, oltre al British Museum, c’è senza ombra di dubbio la National Gallery.

Visitare la National Gallery equivale infatti a compiere un viaggio incredibile nella storia dell’arte, con una collezione di oltre 2.500 opere che copre un arco temporale che va dal 1200 ai primi decenni del Novecento.

Per evitare di perdersi nel labirinto di sale che si dischiudono una dietro l’altra, è importante avere ben chiaro in mente cosa si vuole vedere: ecco allora quelle che, secondo me, sono 20 opere imperdibili alla National Gallery.

Prendete questa lista come uno spunto, un suggerimento di un’amica, su cosa vedere alla National Gallery a cui aggiungere le vostre personalissime deviazioni.

IN QUESTO POST

La storia della National Gallery, una collezione per tutti

La National Gallery nasce ufficialmente nel 1824, a seguito dell’acquisto da parte della Camera dei Comuni di Londra della collezione privata del banchiere John Julius Angerstein.

38 dipinti destinati a diventare il nucleo di una nuova collezione nazionale per il diletto e l’educazione di tutti.

Proprio per questo si decise di costruire la sede del nuovo museo in Trafalgar Square, considerata il centro di Londra e facilmente raggiungibile sia dalle classi agiate del West End londinese sia dalle classi popolari che abitavano nell’East End.

Grazie quindi alla posizione accessibile, all’estensione degli orari di apertura, ma soprattutto all’impegno per mantenere l’ingresso gratuito, la National Gallery ha fatto in modo che la sua collezione potesse essere goduta dal più ampio pubblico possibile, senza diventare appannaggio di pochi.

E questo è ciò che fortunatamente avviene ancora oggi.

Visitare la National Gallery: mappa delle gallerie

Le opere della National Gallery sono suddivise in 66 gallerie organizzate in 4 aree principali, ciascuna identificata da un colore diverso e secondo un crescente ordine cronologico:

  • Sainsbury Wing, per il periodo che va dal 1200 al 1500
  • West Wing, contente i dipinti dal 1500 al 1600
  • North Wing, per le opere dal 1600 al 1700
  • East Wing, dal 1700 agli anni ’30 del Novecento

In questo momento le sale della National Gallery sono state riorganizzate in occasione del bicentenario che si celebra proprio nel 2024 e sono proposti 3 percorsi di visita:

  • Rooms 9-29, dipinti rinascimentali, olandesi e fiamminghi
  • Rooms 30-45, dipinti del XVII, XVIII secolo e impressionisti
  • Room C-F, dipinti medioevali e altri dipinti rinascimentali

Nel post trovate quindi indicata la collocazione originaria delle opere e il loro eventuale ricollocamento temporaneo: vi suggerisco comunque di controllare il sito ufficiale www.nationalgallery.org.uk se cercate un’opera in particolare e volete essere sicuri sia esposta.

Cosa vedere alla National Gallery: i capolavori imperdibili

Per praticità ho lasciato il titolo dell’opera in inglese in modo che possiate ritrovarla più facilmente alla National Gallery.

The Virgin of the Rocks, Leonardo da Vinci – Room 66 (ricollocazione Room 9)

Appena entrati, vi consiglio di dirigervi subito verso quello che è uno dei capolavori più famosi della National Gallery: La Vergine delle Rocce di Leonardo.

Impossibile non rimanere affascinati dall’atmosfera leonardesca del dipinto, più cupa rispetto alla versione conservata al Louvre.

In questo quadro vediamo condensati i diversi interessi di Leonardo per il mondo naturale: le montagne, rappresentate sullo sfondo in blu per farle sembrare più lontane; le rocce della grotta, dipinte con una grande attenzione al dettaglio della loro consistenza; i fiori che non assomigliano a nessun fiore reale ma sono ibridi di piante diverse.

Rispetto alla versione parigina, è la figura dell’angelo quella che differisce di più: qui infatti non guarda più verso di noi e non indica il Battista; inoltre Leonardo ne cambia il colore della veste da rosso a blu, per orientare la nostra attenzione sulla Vergine con i suoi panneggi gialli.

Il dipinto La Vergine delle Rocce
Probabilmente il capolavoro più famoso della National Gallery

Sempre di Leonardo, vi consiglio di verificare se è in esposizione The Burlington House Cartoon.

Si tratta infatti dell’unico disegno di grandi dimensione di Leonardo giunto fino a noi e ritrae una scena famigliare di grande tenerezza: la Vergine Maria è seduta sulle ginocchia di sua madre, Sant’Anna, mentre cerca di trattenere Gesù Bambino che si divincola.

Una composizione altamente rifinita, realizzata in preparazione di un dipinto ormai perduto e anche per questo di inestimabile valore.

Il Cartone di Sant'Anna
L’infinita tenerezza del Cartone di Sant’Anna

The Arnolfini Portrait, Jan van Eyck – Room 63 (ricollocazione Room 28)

Il primo dipinto olandese acquisito dalla National Gallery.

Chi sono le persone rappresentate in questo quadro? Sono chiaramente marito e moglie e per molti anni si è addirittura pensato che fosse rappresentata una cerimonia nuziale.

Fin dall’inizio, comunque, il dipinto è stato identificato come raffigurante i coniugi Arnolfini, probabilmente amici di van Eyck.

Ciò che colpisce è l’accurato splendore sartoriale della coppia, vestiti secondo la moda di Bruges dell’epoca: sono in piedi, al centro di una stanza dal lusso contenuto.

Si tratta di un quadro pieno di simboli e allusioni: come da suo stile, van Eyck crea una rappresentazione perfettamente convincente della realtà, modificando però alcuni dettagli per adattarli ai suoi scopi estetici e forse anche per assecondare le aspirazioni degli Arnolfini.

L’elemento più misterioso è l’immagine riflessa nello specchio, in cui si vedono due uomini che stanno per entrare nella stanza.

Sopra, l’iscrizione “Jan van Eyck è stato qui. 1434“: chissà se allora i due uomini nello specchio non siano proprio lo stesso van Eyck e il suo assistente.

Il Ritratto dei coniugi Arnolfini
Un quadro pieno di significati nascosti

The Madonna of the Pinks, Raffaello – Room 61 (ricollocazione Room 26)

Un piccolo dipinto quello de La Madonna dei Garofani, da cui emerge però tutta l’abilità di Raffaello nel raffigurare le emozioni umane in un modo completamente nuovo.

Le figure della Vergine e del Bambino non hanno più infatti la posa rigida e formale come nei dipinti degli artisti precedenti, ma mostrano tutta la tenerezza che ci si può aspettare tra una giovane madre e il suo bambino.

I due sono seduti in una camera da letto di un palazzo rinascimentale italiano e si scambiano garofani, al contempo simbolo dell’amore divino e presagio della Passione di Cristo.

L’opera per molto tempo è stata ritenuta una semplice copia della Madonna Benois di Leonardo da Vinci ed è stata identificata come dipinto originale di Raffaello solo nel 1991.

Il dipinto La Madonna dei garofani
L’inconfondibile mano di Raffaello

The Manchester Madonna, Michelangelo – Room 61 (ricollocazione Room 9)

Uno dei tre dipinti di Michelangelo giunti fino a noi, anche se incompiuto.

La Vergine è seduta su una roccia con accanto Gesù Bambino e San Giovanni Battista, mentre possiamo distinguere gli angeli ai lati solo grazie alle linee tracciate per segnare le pieghe delle loro vesti.

San Giovanni Battista, con la sua pelle di cammello, guarda verso di noi, forse per suggerire il suo ruolo nel preparare la strada al ministero di Cristo.

Il modo in cui le figure riempiono quasi l’intero pannello è simile a un rilievo marmoreo e riflette la formazione di Michelangelo come scultore.

Di fianco l’altro dipinto superstite di Michelangelo, The Entombment, mentre quello meglio conservato è il celebre Tondo Doni che si trova agli Uffizi di Firenze.

Il dipinto La Madonna di Manchester
Uno dei tre dipinti di Michelangelo giunti fino a noi

Venus and Mars, Sandro Botticelli – Room 58 (attualmente non esposto)

La bellezza perfetta e ideale dei personaggi di questo quadro rispecchia lo stile tipico di Botticelli.

Venere, la dea dell’amore, guarda il suo amante Marte, dio della guerra: lei è vigile e dignitosa, mentre lui è completamente perso nel sonno, tanto da non accorgersi del satiro paffuto che gli soffia con una conchiglia nell’orecchio.

Il significato del dipinto non è chiaro, ma potrebbe rappresentare uno degli ideali cardine del pensiero neoplatonico: l’armonia dei contrari, costituita appunto dal dualismo Marte-Venere.

Il dipinto Venere e Marte di Botticelli
La bellezza ideale tipica dei dipinti di Botticelli

The Baptism of Christ, Piero della Francesca – Room 53 (ricollocazione Room 46)

Definito da alcuni come il “più perfetto” dipinto della National Gallery.

Il Battesimo di Cristo è una delle poche opere superstiti di Piero della Francesca, tra i primi ad utilizzare basi matematiche per definire la bellezza della natura.

In quest’opera difatti, i principi matematici vengono usati sia per bilanciare armoniosamente la composizione che per creare effetti prospettici, enfatizzando la profondità del paesaggio e l’armonia delle figure che sono rappresentate.

Cristo si trova in un ruscello poco profondo e tortuoso, mentre Giovanni Battista gli versa una piccola ciotola d’acqua sul capo, mentre lo Spirito Santo – rappresentato come da tradizione da una colomba – discende di lui.

Il paesaggio in cui viene inserita la scena è quello di Borgo Sansepolcro, città natale di Piero della Francesca a cui l’opera era destinata.

Il dipinto Il Battesimo di Cristo
Una pietra miliare nella storia dell’arte

Bacchus and Ariadne, Tiziano – Room 10 (ricollocazione Room 29)

Tra i dipinti più famosi della National Gallery, il Bacco e Arianna di Tiziano illustra la storia mitologica raccontata dagli autori classici Ovidio e Catullo.

La principessa cretese Arianna è stata appena abbandonata sull’isola greca di Naxos da Teseo, la cui nave salpa in lontananza. Bacco, dio del vino, si innamora di Arianna a prima vista e salta dal suo carro verso di lei: Tiziano lo rappresenta esattamente a metà dello slancio, in una posa dinamica evidenziata dal drappo rosso che si increspa per il movimento repentino.

Il dipinto rivela la grande abilità di Tiziano come colorista, combinando in questo unico quadro tutti i pigmenti più puri e pregiati disponibili all’epoca.

Questo è solo uno dei quadri di Tiziano conservati alla National Gallery che spaziano dalla mitologia greca ai soggetti religiosi, fino ai ritratti come La Schiavona.

Il dipinto Bacco e Arianna di Tiziano
La plasticità del Bacco e Arianna di Tiziano

Samson and Delilah, Pieter Paul Rubens – Room 18

Tra le opere di Rubens spicca senza dubbio il suo Sansone e Dalila.

Nell’opera viene rappresentata la famosa storia biblica d’amore e tradimento, con Dalila che viene corrotta per scoprire il segreto della forza soprannaturale di Sansone.

Rubens imprime sulla tela il momento in cui Dalila dice a un complice di tagliargli i capelli, lasciandolo senza forza, mentre fuori i soldati aspettano di catturarlo.

Ma Rubens ci rivela che Dalila pagherà per il suo tradimento: il profilo dell’anziana donna alle sue spalle ha infatti un’impressionante – anche se appassita – somiglianza con lei, suggerendo che un giorno anche Dalila perderà quella bellezza che fu la rovina di Sansone.

Interessante notare che, quando dipinse l’opera, Rubens era appena rientrato da un viaggio in Italia, dove era rimasto affascinato dagli esperimenti di Caravaggio nell’uso dei chiaroscuri: proprio la luce della torcia dei soldati va in questa direzione, conferendo ulteriore drammaticità alla scena.

Il dipinto Sansone e Dalila
L’uso sapiente della luce nel Sansone e Dalila di Rubens

Self Portrait at the Age of 34, Rembrandt – Room 22

Tra le decine di autoritratti di Rembrandt, questo è senza dubbio il più sofisticato.

Vediamo l’artista in posa sicura, vestito con pellicce e velluti dall’aspetto costoso, con il cappello tempestato di gioielli.

Ma, pur essendo un olandese che vive nel 1640, Rembrandt indossa gli abiti di un gentiluomo del 1520 e la sua posa si basa su dipinti di Dürer, Tiziano e Raffaello di una data simile.

Rembrandt si ritrae quindi come un gentiluomo del Rinascimento, rivendicando uno status sociale molto più elevato di quello che di solito veniva concesso agli artisti della sua epoca.

Al contempo, rendendo omaggio ai più famosi artisti rinascimentali, si colloca come loro pari.

Cosa vedere alla National Gallery: 20 opere imperdibili (secondo me)
L’autoritratto più famoso di Rembrandt (con di fianco quello di Aechje Claesdr, vedova di un birraio di Rotterdam)

A Young Woman seated at a Virginal, Johannes Vermeer – Room 27 (ricollocazione Room 16)

La centralità della musica nella produzione artistica di Vermeer è indubbia: ben dodici dei trentasei dipinti attribuiti al pittore olandese hanno infatti la musica come tema conduttore.

Tra gli strumenti più popolari nel diciassettesimo secolo vi era il virginale o spinetta, una sorta di clavicembalo contenuto in una cassa di legno.

Ed è proprio seduta davanti ad una spinetta che Veermer dipinge una giovane donna immersa nella sua esibizione.

Il quadro però è pieno di significati nascosti, a partire dall’immagine di sfondo che raffigura una prostituta che suona un liuto mentre flirta con un cliente.

Il suggerimento è insolitamente forte per Vermeer, il quale tendeva a coprire i suoi dipinti di incertezza, lasciando lo spettatore libero di interpretare la situazione.

Anche la viola in primo piano è un altro indizio da considerare: non solo suggerisce che la donna stia aspettando un accompagnatore, ma anche la forma dello strumento veniva talvolta associata al corpo femminile.

Questo dipinto potrebbe essere stato realizzato in contrasto con A Young Woman standing at a Virginal, posto proprio di fianco, che sembra invece suggerire un amore fedele e monogamo.

I dipinti di Vermeer
Vermeer e la musica

The Toilet of Venus (Venus Rokeby), Diego Velázquez – Room 30

Si tratta dell’unico nudo femminile sopravvissuto di Velázquez.

In quest’opera Venere, la dea dell’amore, è sdraiata languidamente sul letto, con le curve del suo corpo che riecheggiano nella sontuosa trama del tessuto di raso.

I toni perlacei della sua pelle liscia contrastano con i colori ricchi e le pennellate vivaci della tenda e delle lenzuola.

Il volto della dea si riflette nello specchio sorretto dal figlio Cupido, ma il suo riflesso è sfocato: non riusciamo a vedere chi sia veramente.

Forse Velázquez voleva assicurarsi che Venere – la personificazione della bellezza femminile – non fosse una persona identificabile: siamo noi che dobbiamo completare i suoi tratti con la nostra immaginazione.

Curiosità: il suo soprannome, La Venere di Rokeby, deriva da Rokeby Park, una casa di campagna nella contea di Durham dove il dipinto è stato conservato per gran parte del XIX secolo.

Il dipinto Venere allo specchio
Venus Rockeby

The Supper at Emmaus, Caravaggio – Room 32 (attualmente non esposto)

Dipinto all’apice della fama di Caravaggio, questo è uno dei suoi quadri religiosi domestici più potenti.

Caravaggio cattura il culmine drammatico della vicenda, il momento in cui i discepoli comprendono improvvisamente chi è l’uomo che è stato con loro per tutto il tempo.

Quando si fu messo a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse e, spezzatolo, lo diede loro. Allora gli occhi loro furono aperti e lo riconobbero, ma egli scomparve alla loro vista.

Luca 24, 30-31

I movimenti impressi sulla tela trasmettono tutto lo stupore dei discepoli: uno sta per saltare dalla sedia, mentre l’altro spalanca le braccia in un gesto di incredulità.

L’illuminazione sottolinea l’intensità drammatica della scena e, come è tipico dello stile di Caravaggio, i discepoli sono rappresentati come uomini comuni, con i volti barbuti e i vestiti stracciati, in contrasto con il Cristo giovane e senza barba, che sembra provenire da un altro mondo.

Posto di fianco l’altrettanto celebre Boy bitten by a Lizard, il più antico dei tre Caravaggio conservati alla National Gallery.

Il dipinto Cena in Emmaus
La potenza espressiva di Caravaggio

Self Portrait as Saint Catherine of Alexandria, Artemisia Gentileschi – Room 32 (attualmente non esposto)

Artemisia Gentileschi raffigurata come Santa Caterina di Alessandria

C’è anche lei alla National Gallery, Artemisia Gentileschi, la più celebre artista femminile del XVII secolo: in questo autoritratto appare nelle vesti di Santa Caterina d’Alessandria, qui raffigurata con lo strumento del suo martirio, una ruota costellata di punte di ferro.

Santa Caterina è ritratta come una donna forte che resiste alla tortura, come del resto fece Artemisia durante il processo che seguì il suo stupro da parte del pittore Agostino Tassi. Proprio dopo il processo, Artemisia si trasferì da Roma a Firenze, dove probabilmente realizzò questo dipinto desiderosa di mostrare il suo talento.

Curioso sapere che il suo Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria è stato scoperto solo nel 2017 e acquisito dalla National Gallery poco dopo.

The Fighting Temeraire, Joseph Mallord William Turner – Room 34 (attualmente non esposto)

Tra i capolavori imperdibili della National Gallery non può mancare un’opera di Turner, maestro del Romanticismo e fonte di ispirazione per il movimento impressionista.

In questo dipinto Turner ci mostra il viaggio finale della Valorosa Temeraire, mentre la nave viene rimorchiata da Sheerness, nel Kent, per essere portata lungo il Tamigi fino a Rotherhithe, nel sud-est di Londra, dove verrà demolita.

L’ultimo viaggio della Temeraire è ambientato in un tramonto infuocato e assume un significato simbolico, con l’era della vela che lascia il posto all’avvento del vapore.

L’uso sapiente della luce e dei colori tipico di Turner – famosa è la sua particolare tonalità di giallo – è quindi un omaggio alla nave ammiraglia che si era distinta nella battaglia di Trafalgar del 1805 e ad un passato glorioso ormai superato.

Il dipinto La Valorosa Temeraire
Turner, maestro della luce

The Basin of San Marco on Ascension Day, Canaletto – Room 38 (ricollocazione Room 33)

La National Gallery ospita una delle più grandi collezioni dei dipinti realizzati dal famoso vedutista di Venezia Giovanni Antonio Canal, da tutti conosciuto come Canaletto.

Il Bacino di San Marco nel giorno dell’Ascensione raffigura una delle feste più popolari nella Venezia del XVIII secolo: la cerimonia annuale dello Sposalizio del Mare.

Il dipinto mostra una veduta del Palazzo Ducale a destra, con Santa Maria della Salute e l’ingresso al Canal Grande a sinistra, il tutto animato dalla cerimonia che sta per aver luogo.

Il corteo ufficiale si sta difatti facendo strada dal Palazzo Ducale verso il Bucintoro, la chiatta con le autorità dello Stato Veneziano: è da lì che il Doge lascerà cadere un anello d’oro a simboleggiare il matrimonio di Venezia con il mare.

Insieme alla vicina Una regata sul Canal Grande, è una delle vedute di Venezia più grandi realizzate da Canaletto.

Il dipinto Il Bacino di San Marco di Canaletto
Inconfondibile Canaletto

The Thames below Westminster, Monet – Room 41 (ricollocazione Room 44)

Monet rimase affascinato dalla nebbia di Londra durante il suo primo soggiorno nella capitale inglese, dal 1870 al 1871.

Arrivò addirittura a dire che. “Senza la nebbia, Londra non sarebbe una bella città. È la nebbia che le conferisce la sua magnifica ampiezza“.

Tutti gli elementi architettonici del quadro, poi, erano nuovi all’epoca: le Houses of Parliament erano state appena completate, così come il Victoria Embankment sulla destra, mentre il Westminster Bridge era stato ricostruito.

Monet è comunque più interessato agli effetti di ampio respiro che ai dettagli architettonici ed esagerando l’altezza delle torri delle Houses of Parliament fa sembrare l’edificio un palazzo da fiaba immerso in un orizzonte nebbioso.

La National Gallery ospita inoltre una delle monumentali tele raffiguranti le celebri Ninfee di Monet, così come una versione de Lo stagno delle ninfee.

Il dipinto Il Tamigi sotto Westminster
Un insolito Monet e per questo imperdibile

Sunflowers, Vincent Van Gogh – Room 43 (ricollocazione Room 6)

Sì tratta di una delle cinque versioni dei Girasoli esposte in musei e gallerie di tutto il mondo.

Nessun altro artista è stato così strettamente associato a un fiore specifico come Van Gogh e i Girasoli sono tra sue le opere più iconiche e amate.

Van Gogh realizzò questi dipinti per decorare la sua casa di Arles, in vista della visita dell’amico e collega Paul Gauguin.

Il girasole è mio“, dichiarò una volta Van Gogh, ed è chiaro come per lui il fiore avesse diversi significati.

Le diverse fasi del ciclo di vita del girasole che sono raffigurate in questo dipinto – dal giovane bocciolo fino alla maturità e all’eventuale decadimento – sottolineano la natura transitoria delle azioni umane.

I girasoli sono, inoltre, un simbolo di amicizia e una celebrazione della bellezza e della vitalità della natura.

Oltre ai Girasoli, impossibile non citare Un campo di grano con cipressi realizzato da Van Gogh mentre era ricoverato nell’ospedale psichiatrico di St-Rémy e il celeberrimo La sedia, ritratto surrogato dell’artista, entrambi visibili nelle sale adiacenti.

Il dipinto I girasoli di Van Gogh
Vincent

Bather at Asnières, Georges Seurat – Room 43

Si tratta della prima grande composizione di Georges Seurat, pioniere di quello che lui stesso definiva cromo-luminarismo o divisionismo, ma che i critici dell’epoca chiamarono in modo piuttosto spregiativo “puntinismo“.

Alla base di questo movimento artistico vi era l’impiego dei colori non più mescolati ma accostati sulla tela, lasciando la fusione cromatica all’occhio dell’osservatore.

In quest’opera sono ritratti alcuni uomini e ragazzi che si rilassano sulle rive della Senna ad Asnières-sur-Seine, un sobborgo industriale di Parigi: i personaggi sono immobili come statue, congelati in una scena senza tempo.

Seraut dipinge quest’opera ad appena 25 anni, preannunciando quelle che saranno tutte le caratteristiche salienti del puntinismo.

Il dipinto Bagnanti ad Asnieres
Il puntinismo nella sua massima espressione

The Umbrellas, Pierre-Auguste Renoir – Room 44

Con questo dipinto, Renoir ci colloca lungo una strada parigina affollata, vicino a sei figure principali che riempiono il primo piano.

Dietro di loro, la folla blocca quasi completamente il boulevard, mentre il quarto superiore del quadro è occupato per lo più da una dozzina di ombrelli aperti, da cui il titolo.

Dipinto in due fasi, con un intervallo di circa quattro anni tra una fase e l’altra, l’opera mostra il cambiamento nell’arte di Renoir quando cominciava ad allontanarsi dall’impressionismo e a guardare all’arte classica.

Il gruppo a destra è dipinto in modo tipicamente impressionista, con tocchi delicati e ricchi toni luminosi.

Nella parte sinistra della composizione, Renoir adotta invece uno stile più lineare: qui la giovane donna a figura intera e l’uomo in piedi dietro di lei hanno contorni ben definiti, lineamenti disegnati con precisione e un maggiore senso della tridimensionalità.

Il dipinto Gli ombrelli di Renoir
Renoir, tra impressionismo e classicismo

Landscape with Poplars, Paul Cezanne – Room 44 (attualmente non esposto)

Il dipinto raffigura un paesaggio estivo in Provenza.

Come gli impressionisti, Cézanne era interessato a rappresentare il paesaggio principalmente con tocchi di colore, ma il suo metodo è più controllato e utilizza proprio il colore per costruire la struttura dell’intera composizione.

Le pennellate verticali e oblique di verde e di blu disposte parallelamente definiscono la consistenza dei grandi pioppi e sono in contrasto con l’area del cielo relativamente poco lavorata e uniforme e con i tratti più sciolti, quasi scarabocchiati, del prato in primo piano.

Volevo fare dell’impressionismo qualcosa di solido e duraturo come l’arte dei musei“: questo era ciò che si prefiggeva Cézanne.

Ad attirare l’attenzione anche un suo famoso autoritratto: sebbene sia relativamente piccolo, il quadro ha una sua innegabile autorità.

Il dipinto Paesaggio con pioppi di Cezanne
Cezanne, tra post-impressionismo e cubismo

Siamo giunti alla fine: selezionare “solo” 20 opere da vedere è stato difficilissimo, ma spero che questa guida vi possa essere utile come base di partenza per la vostra visita alla National Gallery.

Un itinerario di visita di questo tipo vi impegnerà per almeno 4 ore: mettete però in conto anche qualcosa di più perché verrete sicuramente trascinati nel vortice artistico di questo splendido museo!

Visita alla National Gallery: orari di apertura e biglietti

La National Gallery è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (il venerdì fino alle 21.00).

L’ingresso all’esposizione permanente è gratuito, anche se è suggerita una donazione, mentre sono a pagamento le esposizioni temporanee.

All’interno della National Gallery trovate inoltre un ristorante, due caffè e tre shop dove andare a caccia di souvernir.

Come arrivare alla National Gallery

La National Gallery si trova nel pieno centro di Londra, le fermate della metropolitana più vicine sono:

  • Charing Cross – Northern e Bakerloo Line
  • Leicester Square – Northern e Piccadilly Line

Sei alla ricerca di qualche altro museo da visitare a Londra? Ecco qualche idea:

👉 esplora il British Museum, il museo dei musei

👉 scopri la Tate Britain, l’altra Tate di Londra

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