Visitare Villa del Balbianello sul Lago di Como

by Elena_myscratchmap
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La terrazza panoramica di Villa del Balbianello affacciata sul Lago di Como

Erano anni che volevamo visitare Villa del Balbianello, la villa a Lenno sul Lago di Como, di proprietà di Guido Monzino prima e del FAI poi.

Come spesso accade con i luoghi che si hanno vicino a casa si tende sempre a rimandare, ma questa volta – dopo essere arrivati al Campo Base dell’Everest,- non ci potevano essere scuse.

Ma cosa c’entra l’Everest con una villa sul Lago di Como? C’entra eccome e ve lo racconto in questo post!

Perché Villa “del Balbianello” si chiama così

Partiamo dal nome: perché Villa del Balbianello si chiama così?

Il nome Balbianello deriva in realtà da quello di un’altra villa, Villa Balbiano, situata sempre sul Lago di Como nel piccolo borgo di Ossuccio.

Essendo accomunate dal medesimo proprietario, la Villa di successiva costruzione – e dalle dimensioni più ridotte – prese ad essere indicata col nome di Balbianello proprio per distinguerla dall’altra Villa più grande.

Visitare Villa del Balbianello

La storia di Villa del Balbianello

La costruzione della Villa risale alla fine del Settecento, quando il Cardinale Angelo Maria Durini acquistó la punta della penisola di Lavedo, su cui sorgeva un antico convento francescano ormai abbandonato, per edificarvi la sua dimora di villeggiatura e svago.

Proprio a lui si deve quella che la caratteristica architettonica più famosa della Villa, ovvero la splendida Loggia.

Alla morte del Cardinale, la Villa – che appariva già come la vediamo oggi – passò nelle mani del nipote Luigi Porro Lambertenghi, patriota affiliato alla Carboneria, che la utilizzò come luogo di ritrovo.

L’esilio volontario in Belgio lo spinse a cedere la Villa all’amico Giuseppe Arconati Visconti, passaggio che segnò la consacrazione del luogo a salotto frequentato da personaggi illustri come Berchet e Manzoni.

Il casato degli Arconati Visconti andava però estinguendosi e la Villa venne abbandonata per trentanove lunghissimi anni, fino a quando nel 1919 venne acquistata dal generale americano Butler Ames.

Fu alla sua morte che gli eredi vendettero la Villa a Guido Monzino: imprenditore, collezionista, ma soprattutto appassionato viaggiatore.

La Loggia di Villa del Balbianello

Chi era Guido Monzino, l’ultimo grande esploratore italiano

Era un uomo ricco Guido Monzino, figlio dell’imprenditore milanese Franco Monzino, il fondatore dei Grandi Magazzini Standa.

Ed era anche un uomo pieno di fascino, tutto preso dalla madre, la principessa siciliana Matilde Alì d’Andrea-Peirce.

Il suo destino sembrava segnato fin dall’inizio: gli studi classici, le buone frequentazioni, la carriera nell’azienda di famiglia.

Ma agli inizi degli anni ’50 una scommessa gli cambiò la vita.

Monzino accettò infatti la sfida di scalare il Cervino: siccome voleva vincere pur non avendo mai messo piede in montagna, decise di cercare la migliore guida in circolazione e si fece accompagnare nientemeno che da Achille Compagnoni (proprio lui, il conquistatore del K2!).

Monzino rimase folgorato da quell’avventura: dalla montagna, dalla fatica fatta per conquistare la vetta, ma anche dallo spirito di gruppo e dalla sensazione di libertà.

Cominciò così ad organizzare viaggi e spedizioni memorabili: dall’Africa all’Himalaya, dall’America del Sud all’Artico.

Le più famose furono sicuramente quella al Polo Nord nel 1971 – quando per primo raggiunse il 90° parallelo con le tradizionali slitte inuit trainate dai cani (superando così un altro grandissimo esploratore italiano, il Duca degli Abruzzi, che nel 1900 aveva toccato l’86° parallelo) – e la prima spedizione italiana sull’Everest nel 1973.

Ma la spedizione che ha reso il suo nome definitivamente immortale fu quella del 1957-1958 quando i suoi uomini conquistarono il Cerro Paine Grande, una delle tre Torri del Paine nella Patagonia cilena, che da allora viene chiamata in suo onore Torre Monzino.

Nel 1974 infine realizzò un altro suo grande sogno: acquistare quella villa che fin da ragazzo ammirava durante le sue gite in barca sul Lago di Como, Villa del Balbianello.

L'accesso alla Villa dal Lago

Villa del Balbianello, Guido Monzino e il FAI

Monzino restaurò e modificò la Villa – aggiunse persino un passaggio segreto! – curando personalmente ogni dettaglio: dal mobilio inglese e francese del XVIII secolo, agli arazzi e ai tappeti orientali, fino alla boiserie proveniente da un castello francese e particolarissimi dipinti su vetro.

Nelle sue intenzioni infatti Villa del Balbianello doveva rappresentare la sua XXII spedizione.

Troviamo così un’immensa raccolta di libri (circa 4.000) sulle spedizioni alpinistiche e polari, carte geografiche, mappe antiche e moderne, cimeli e rari reperti della civiltà africana, azteca e maya oltre che preziose ceramiche cinesi affiancate ad un’ampia raccolta di stampe del tanto amato Lago di Como.

Proprio per preservare questo straordinario patrimonio, Monzino – scomparso a soli sessant’anni l’11 ottobre 1988 – lasciò in eredità al Fondo per l’Ambiente Italiano la Villa con gli arredi e le collezioni, la Biblioteca, l’Archivio, il Museo delle sue spedizioni e i boschi sulla penisola di Lavedo.

Affinché poi il FAI potesse “provvedere alla conservazione di questo centro storico-culturale, curandone la manutenzione e ogni pertinente sviluppo”, Monzino assicurò anche una munifica dote.

L’ultima volontà di Monzino fu quella di “mantenere innalzato sul molo del Balbianello il nostro Tricolore nazionale, a ricordo di quelle bandiere che le Guide Alpine fecero sventolare su molti punti del mondo, per puro spirito di idealità; con modestia ma sempre con eroismo“.

Invito che è stato pienamente raccolto dal FAI che ancora oggi mantiene vivo l’ultimo sogno di questo grande esploratore.

Il Museo dello spedizioni di Villa del Balbianello
Il Museo delle spedizioni allestito personalmente da Monzino con i cimeli e le fotografie delle sue imprese

Villa del Balbianello e Star Wars…ma non solo!

Ma Villa del Balbianello è forse ancor più famosa per il suo incantevole giardino che si sviluppa idealmente in un percorso ascensionale.

Punto di partenza è infatti il piccolo porticciolo a cui si accede via lago, dove si viene accolti dal famigerato motto “Fay ce que vouldras“.

L'ingresso sul Lago
Fay ce que vouldras: fa ciò che vuoi

Seguendo il curatissimo sentiero, delimitato da grandi platani potati a candelabro, glicini, siepi di lauro e bosso, si giunge fin sulla sommità del promontorio.

L’apice del giardino è dominato dalla Loggia Durini che con le sue arcate scenograficamente rivestite di ficus repens permette di ammirare un duplice panorama sul lago.

Da un lato verso il dolce e ampio Golfo di Venere – ovvero la Tremezzina, quello specchio d’acqua compreso tra Tremezzo e Bellagio – e dall’altro lato il più selvaggio e chiuso Golfo di Diana, rivolto verso sud.

La Loggia Durini dove è stato girato Star Wars
Vi ricorda qualcosa?

Il tracciato degrada poi bruscamente fino all’ampia terrazza panoramica sospesa sul lago dove tra statue, vasi di gerani rossi e soffici tappeti erbosi, svetta maestoso il grande leccio secolare.

Un giardino unico nel suo genere, tanto che registi del calibro di George Lucas e Martin Campbell lo hanno scelto come sfondo per alcune scene dei loro film.

Proprio qui è stata infatti girata la celebre scena del bacio tra la principessa Padmè e Anakin in Star Wars – L’attacco dei cloni, ma altrettanto famosa è la scena di Casinò Royale in cui James Bond è in convalescenza all’ombra del grande leccio dopo essere stato torturato dal cattivissimo Le Chiffre.

Il grande leccio secolare nel giardino
Proprio qui è stata girata la scena di Casino Royale con Daniel Craig nei panni di Bond
Le finestre affacciate sul giardino

Prima di lasciare la Villa e il suo splendido giardino è doveroso un ultimo passaggio all’antica ghiacciaia, dove oggi si trova la tomba di Guido Monzino.

Qui uno stemma dorato ci ricorda il motto della sua vita: “Gradatim conscenditur ad alta“, ovvero “A poco a poco si conquistano le vette”.

Un motto che, forse, può diventare un augurio anche per ognuno di noi.

Informazioni pratiche per la visita di Villa del Balbianello

Orari e biglietti d’ingresso di Villa del Balbianello

Villa del Balbianello è aperta tutti i giorni dell’anno tranne i lunedì e i mercoledì non festivi, dalle 10.00 alle 18.00 con ultimo ingresso al giardino alle ore 17.15 e ultimo ingresso agli interni alle ore 16.30.

Per accedere agli interni della Villa bisogna partecipare a una delle visite guidate che vengono organizzate in gruppi di massimo 15 persone e della durata di circa 60 minuti: le visite guidate non sono prenotabili, i gruppi vengono formati alla biglietteria e smistati a seconda della lingua (italiana o inglese).

Il biglietto d’ingresso per il solo giardino è di 10€ a persona (gratuito per i soci FAI), mentre il biglietto comprendente anche la visita guidata alla Villa è di 20€ (4€ per i soci FAI).

Come arrivare a Villa del Balbianello a Lenno

Villa del Balbianello si trova nel piccolo paese di Lenno, in provincia di Como.

Noi provenendo dall’altra parte del Lago abbiamo preso il traghetto da Bellagio fino a Cadenabbia e poi siamo ridiscesi verso Lenno lasciando la macchina al parcheggio consigliato di Via degli Artigiani.

Da lì con una passeggiata in leggera salita di circa 20 minuti si raggiunge l’entrata superiore della Villa, ma è anche possibile raggiungerla direttamente via lago usufruendo del servizio taxiboat in partenza dal Lido di Lenno.

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